Parole d’ordine per l’8 marzo: L’ACS respinge chiaramente l’iniziativa SSR
Durante la sua ultima riunione di metà novembre, il comitato dell’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) ha deciso la sua posizione in vista delle prossime votazioni federali dell’8 marzo 2026. L’ACS si schiera chiaramente contro l’Iniziativa SSR «200 franchi bastano!» e raccomanda di respingerla. L’Associazione rinuncia a prendere posizione in merito all’iniziativa sul denaro contante, all’iniziativa per un fondo per il clima e al progetto d’introduzione dell’imposizione individuale.
L’iniziativa popolare «200 franchi bastano!» dimezzerebbe praticamente le risorse finanziarie della SSR, che dovrebbe ridurre notevolmente la sua offerta. L’ACS ha già respinto fermamente l’iniziativa nel corso del dibattito parlamentare: l’eventuale accettazione comporterebbe la scomparsa di numerose offerte giornalistiche regionali, in un momento in cui il servizio pubblico mediatico è già comunque minacciato. Dal punto di vista dell’Associazione, già la proposta del Consiglio federale di portare il canone per economia domestica a 300 franchi all’anno comporterebbe grandi sfide per la SSR. La diversità mediatica e una SSR forte e quadrilingue sono indispensabili per una democrazia vivace e un servizio giornalistico di base di elevata qualità, soprattutto nelle regioni linguistiche periferiche. Per tale motivo, l’Associazione ha deciso di opporsi all’Iniziativa SSR. Inoltre, insieme al Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), l’ACS s’impegna a favore di un ulteriore sviluppo a lungo termine e indipendente dai canali della promozione dei media e presenterà una proposta concreta nel dibattito politico.
Siccome il livello comunale non risulta direttamente interessato, l’ACS rinuncia a prendere posizione in merito all’iniziativa sul denaro contante e al suo controprogetto diretto nonché in merito all’iniziativa per un fondo per il clima. Per quanto riguarda la questione dell’introduzione dell’imposizione individuale, il comitato dell’Associazione valuta positivamente l’aspetto sociopolitico del progetto (parità di trattamento fiscale tra coppie sposate e non sposate). Tuttavia, il comitato rinuncia a prendere posizione dal momento che il passaggio a un sistema d’imposizione individuale comporterebbe un notevole onere amministrativo e legislativo, considerata anche la necessità di rivedere 26 leggi fiscali cantonali. Non da ultimo, l’introduzione dell’imposizione individuale in un contesto finanziario già teso comporterebbe ulteriori perdite fiscali per i comuni.
Comunicato stampa