Svizzera-UE: l’ACS chiede di proteggere i comuni nell’attuazione dei Bilaterali III

am 07. November 2025
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La Svizzera è strettamente legata all’UE in termini economici e politici. Un’abolizione degli accordi bilaterali avrebbe ingenti conseguenze anche per i comuni, sotto forma di diminuzione delle entrate fiscali e aumento dei costi sociali. Il nuovo pacchetto di accordi negoziato tra la Svizzera e l’UE (Bilaterali III) mira quindi a stabilizzare e ad ampliare le relazioni reciproche. Secondo l’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) i risultati negoziali sono sostanzialmente positivi. Nella sua presa di posizione, l’Associazione si esprime sui temi rilevanti per i comuni, ovvero sulla libera circolazione delle persone e sull’energia elettrica.

Libera circolazione delle persone: nel pacchetto di accordi rinegoziato, i punti essenziali dell’accordo sulla libera circolazione delle persone rimangono invariati: solo i cittadini dell’UE che hanno un posto di lavoro (o sufficienti fondi propri) possono trasferirsi in Svizzera. In caso di perdita del posto di lavoro, occorre impegnarsi per trovare una nuova occupazione al fine di non perdere il diritto di soggiorno in Svizzera.

Una novità riguarda l’adozione della cosiddetta «direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE»: dopo cinque anni di soggiorno in Svizzera, i lavoratori possono chiedere una sorta di «diritto di soggiorno permanente». In questo modo hanno accesso all’aiuto sociale senza che il loro titolo di soggiorno venga automaticamente verificato come avviene oggi. Secondo le stime, ogni anno potenzialmente 3000-4000 persone in più potrebbero chiedere l’aiuto sociale, ma ciò non significa che queste persone riceveranno effettivamente l’aiuto sociale. Inoltre, la Svizzera potrebbe revocare il diritto di soggiorno permanente alle persone interessate qualora si constatasse una loro mancanza di volontà di lavorare.

Inoltre, con l’adozione della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE, la Svizzera ottiene diversi meccanismi di protezione: se necessario, il Consiglio federale può ad esempio limitare temporaneamente l’immigrazione e contrastare così l’immigrazione nei sistemi sociali svizzeri. Per l’ACS è importante che il Consiglio federale faccia effettivamente uso di questo «freno a mano» se necessario, al fine di contrastare eventuali effetti negativi (sui comuni).

Accordo sul mercato interno dell’energia elettrica: l’ACS è consapevole del fatto che l’accordo sull’energia elettrica comporta una serie di sfide per alcuni comuni e le loro aziende municipalizzate, in particolare per quanto riguarda l’apertura del mercato dell’energia elettrica. Allo stesso tempo, l’ACS accoglie con favore l’accordo dal punto di vista macroeconomico: è convinta che i benefici economici complessivi superino la somma dei singoli rischi. L’accordo sull’energia elettrica consente infatti alla Svizzera d’integrarsi nel sistema elettrico europeo, rafforzando la sicurezza dell’approvvigionamento e migliorando la stabilità della rete.

A causa dell’eterogeneità del livello comunale, gli effetti dell’accordo sull’energia elettrica sui comuni sono diversi. L’ACS ritiene quindi che sia necessario intervenire, in particolare nell’attuazione dell’accordo a livello nazionale.

  • Apertura del mercato e approvvigionamento di base regolamentato: un mercato dell’energia elettrica liberalizzato aumenta la pressione sui fornitori di energia (comunali). Affinché il servizio universale con prezzi regolamentati e i fornitori del mercato libero possano coesistere, è necessario trovare un equilibrio tra la sicurezza dei clienti e la pianificabilità e i costi dei fornitori. Inoltre, l’ACS si aspetta che il Consiglio federale coinvolga il livello comunale nell’elaborazione di eventuali contromisure qualora, nonostante le misure di accompagnamento esistenti, si verificassero effetti negativi.
  • Energie rinnovabili: la promozione delle energie rinnovabili deve poter proseguire anche dopo la scadenza del termine transitorio pluriennale. L’ACS chiede quindi al Consiglio federale di preparare misure di sostegno compatibili con l’UE da applicare nel caso in cui lo sviluppo delle energie rinnovabili dovesse subire una battuta d’arresto. Per quanto riguarda l’energia idroelettrica, il Consiglio federale ha confermato che le centrali idroelettriche possono rimanere di proprietà pubblica e che le concessioni per l’utilizzazione di forze idrauliche e i canoni per i diritti d’acqua non rientrano nell’accordo. Per l’ACS è chiaro che ciò va garantito anche in futuro. In generale, l’ACS sottolinea che anche nei futuri aggiornamenti e sviluppi dell’accordo sull’energia elettrica occorre tenere conto di ogni onere di esecuzione supplementare, anche soprattutto a livello comunale.

Presa di posizione (in tedesco e in francese)


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