Canone radiotelevisivo per gli ucraini: l’ACS si batte per semplificare la procedura

am 26. August 2022
Tempo di lettura: ca. 3min

Anche gli ucraini con statuto di protezione S sono tenuti a pagare il canone radiotelevisivo. Il lavoro amministrativo per adeguare la fatturazione rappresenta un ulteriore onere per i servizi sociali. Insieme alla Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS), l’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) si batte per semplificare la procedura.

In una lettera congiunta, le due organizzazioni hanno segnalato all’Ufficio federale delle comunicazioni UFCOM che i servizi sociali, già pesantemente gravati dalla guerra in Ucraina, devono attualmente impiegare le loro risicate risorse di personale per ottenere dalla società di fatturazione SERAFE AG domande individuali di pagamento rateale del canone radiotelevisivo. Al contempo, sia la COSAS che l’ACS ritengono discutibile l’invio di fatture annuali, poiché si può supporre che molte persone con statuto di protezione S non rimarranno in Svizzera per un anno intero. Ecco perché la COSAS e l’ACS hanno chiesto all’UFCOM d’incaricare la SERAFE AG di predisporre una procedura di domanda per il passaggio ai pagamenti trimestrali che sia il più semplice possibile, possibilmente tramite un modulo online.

Come spiega ora l’UFCOM, secondo la SERAFE AG non sarebbe possibile creare un modulo online per modificare l’intervallo di pagamento in tempi brevi e senza oneri aggiuntivi. Tuttavia, grazie al codice QR presente sulla bolletta annuale, è già possibile richiedere una fatturazione trimestrale. Inoltre, SERAFE AG fa ora riferimento a questa possibilità in un punto ben visibile del suo sito Internet, mentre l’UFCOM stesso intende pubblicare a breve una scheda informativa, che sarà disponibile anche in lingua ucraina.

La richiesta della COSAS e dell’ACS di rinunciare alla tassa di due franchi per l’emissione delle fatture cartacee per le persone con statuto di protezione S è stata respinta. Per ragioni di parità di trattamento, l’UFCOM rinuncia a fare un’eccezione per questo caso specifico. L’ACS e la COSAS continueranno a battersi per sgravare i servizi sociali.


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